TABACCO: UNA STORIA ANTICA QUANTO L’UOMO

Raccontare la coltivazione del tabacco significa raccontare una storia affascinante che non solo ha evidenti implicazioni storiche, ma anche interessanti risvolti sul paesaggio economico e sociale mondiale.
Il tabacco è una pianta originaria della Mesoamerica e del Sud America e solo successivamente fu introdotto in Europa e nel resto del mondo.
Alcuni recentissimi ritrovamenti archeologici hanno modificato radicalmente le ipotesi sulla coltivazione del tabacco, sembra infatti che gli esseri umani nelle Americhe iniziarono a usare il tabacco già 12.300 anni fa, migliaia di anni prima di quanto precedentemente ipotizzato dagli studiosi.
Il tabacco in Europa
Gli europei scoprirono il tabacco durante le esplorazioni del Nuovo Mondo nel XVI secolo, si diffuse velocemente tra i marinai europei anche perché ad esso erano attribuite virtù afrodisiache, e ne portarono le semenzine in Europa, dove divenne rapidamente molto popolare.
Dopo pochi mesi dallo sbarco lo stesso Cristoforo Colombo nei suoi scritti, descrive di numerosi individui del luogo che tenevano in mano “un carbone ardente, costituito da foglie di buon odore…Erano foglie secche avvolte in una larga foglia anche essa secca: erano simili ai piccoli moschetti… e ad una estremità erano accese, all’altra la gente succhiava bevendo il fumo. Quella gente chiamava questi piccoli moschetti tabacos, ricavati da piante di Cohiva”.
Colombo riferì tutto quanto aveva scoperto sul tabacco, nel suo rapporto alle corti reali spagnola e portoghese.
Fu l’ambasciatore francese a Lisbona Jean Nicot che inviò campioni di polvere di tabacco a Parigi nel 1559. Nicot, a cui dobbiamo la parola “nicotina”, inviò foglie e semi di tabacco a Caterina de’ Medici con le indicazioni di usarlo come tabacco da fiuto per curare il re Francesco II. Secondo quanto riportato successivamente, i ricorrenti mal di testa del re furono “curati meravigliosamente” dal tabacco da fiuto anche se Francesco II morì a diciassette anni, dopo un regno di meno di due anni.
Il tabacco in Italia
Nella penisola italiana il tabacco venne introdotto nel 1579 dal Cardinale Prospero di Santa Croce, nunzio apostolico nel Regno del Portogallo. Successivamente i semi di tabacco furono inviati al Papa che li affidò ai monaci dei vari ordini religiosi. Il tabacco iniziò così ad essere coltivato negli orti di conventi e monasteri poiché i monaci erano convinti delle proprietà medicamentose della pianta che fu chiamata “erba santa”.
La fama di “erba medicamentosa” accompagnò il tabacco per diverso tempo. Nel 1595, Anthony Chute pubblicò Tabaco, la prima discussione sui meriti del tabacco. L’opuscolo loda le numerose proprietà “salutaristiche” della foglia di tabacco, spiegando come l’applicazione della foglia sulla pelle possa curare le malattie e che fumarla allevia i disturbi al torace. Nello stesso opuscolo lo scrittore afferma che il tabacco probabilmente “ha molte strane virtù che sono ancora sconosciute” e qui possiamo trovare la prima immagine conosciuta di un uomo che fuma la pipa, da Chute’s Tabaco (1595).

La prima immagine conosciuta di un uomo che fuma la pipa, da Chute’s Tabaco (1595).
Il tabacco fu presto commercializzato e divenne una delle principali merci di scambio tra Europa e America. La sua popolarità crebbe rapidamente in tutto il mondo, diventando un prodotto di massa a partire dal XIX secolo.
Il tabacco: le prime preoccupazioni per la salute
Tuttavia, con l’aumentare della popolarità del tabacco, anche le preoccupazioni per la sua salute divennero sempre più evidenti. Studi scientifici dimostrarono che il fumo di tabacco poteva causare malattie gravi, come il cancro ai polmoni e le malattie cardiovascolari. Nonostante ciò, la sua produzione e il suo uso continuarono a crescere, fino a quando la consapevolezza dei suoi effetti dannosi sulla salute non divenne così diffusa da spingere molte nazioni a introdurre leggi per limitarne l’uso e la pubblicità.
In sintesi, la storia del tabacco è una storia di fascinazione e dipendenza, ma anche di preoccupazione e sensibilizzazione sui suoi effetti dannosi per la salute.
Curiosità sul tabacco
Il tabacco veniva conservato in sacchetti e utilizzato dalle tribù del Nord America per scambi commerciali oltre ad essere consumato nelle cerimonie sacre o per suggellare un trattato o un accordo, fu utilizzato anche come forma di valuta tra nativi americani e coloni dal 1620 in poi.
Tra molte popolazioni indigene in particolare nelle Americhe, l’uso religioso del tabacco è ancora oggi piuttosto comune. Tra i Cree e gli Ojibwe del Canada e degli Stati Uniti il tabacco viene utilizzato in alcune cerimonie, come la cerimonia della pipa, e offerto alla divinità, con preghiere.
Oltre al suo utilizzo cerimoniale e religioso, il tabacco viene utilizzato anche per il trattamento di alcuni disturbi fisici. Come antidolorifico è stato usato per il mal d’orecchi e il mal di denti e occasionalmente anche come impacco locale. Alcune popolazioni indigene della California utilizzavano il tabacco per curare il raffreddore, di solito è mescolato con le foglie della piccola salvia del deserto, o la radice del balsamo indiano, o come ingrediente nelle miscele da fumo.
Quante tipologie di tabacco esistono?
Esistono diversi tipi di tabacco, che differiscono per la loro coltivazione, lavorazione e uso finale. Ecco alcuni dei tipi più comuni:
- Tabacco da fiuto: è una varietà di tabacco aromatico usato principalmente per la produzione di snuff, una polvere fine che viene inalata attraverso il naso.
- Tabacco da masticare: è una varietà di tabacco che viene triturato e messo in bocca per essere masticato.
- Tabacco da rolling: è una varietà di tabacco utilizzata per la produzione di sigarette e sigari.
- Tabacco da pipa: è una varietà di tabacco utilizzata per la produzione di pipe per il fumo.
- Tabacco da hookah: è una varietà di tabacco utilizzata per il fumo in hookah, una tradizione diffusa in alcune culture.
Questi sono solo alcuni dei tipi di tabacco più comuni. Ognuno di essi può essere ulteriormente classificato in base a caratteristiche come la qualità, il gusto, la morbidezza e il contenuto di nicotina.
Quali sono le specie di tabacco coltivate?
Ci sono molte specie di tabacco, ma le tre principali specie utilizzate a livello commerciale sono:
- Nicotiana tabacum: è la specie di tabacco più comunemente coltivata per la produzione di sigarette, sigari e altri prodotti del tabacco.
- Nicotiana rustica: è una specie di tabacco più rustica rispetto a N. tabacum e viene principalmente utilizzata per la produzione di tabacco da fiuto.
- Nicotiana sylvestris: è una specie di tabacco selvatico che viene utilizzata per la produzione di tabacco da masticare e per la coltivazione di piante ornamentali.
Oltre a queste tre specie principali, esistono anche molte altre specie di tabacco, ognuna con le proprie caratteristiche uniche di gusto, aroma e colore. La scelta della specie dipende dall’uso finale del tabacco e dalle preferenze del coltivatore o del produttore.
Quali sono le varietà di tabacco?
Ci sono molte varietà di tabacco, ognuna con caratteristiche uniche di gusto, aroma, colore e contenuto di nicotina. Ecco alcune delle varietà più comuni:
- Virginia: è una delle varietà più diffuse e viene coltivata per la produzione di sigarette e sigari. Ha un gusto fragrante e dolce grazie al suo contenuto di zucchero, è ricca di aroma e le foglie sono di colore giallo-arancio, per cui la varietà è stata soprannominata “solare”.
- Burley: è una varietà di tabacco più leggera rispetto alla Virginia, e viene coltivata principalmente per la produzione di sigarette. Una varietà densa e secca e un sapore di nocciola. In competizioni tematiche ha vinto più volte premi come miglior tabacco da arrotolare. Ha un gusto più forte rispetto alla Virginia, ed è meno aromatica.
- Oriental: è una varietà di tabacco leggero e aromatico, coltivata soprattutto in Turchia, Grecia e Bulgaria. Ha un sapore agrodolce e un aroma orientale ed è adatto per gli amanti delle varietà fragranti e prelibate. Viene spesso utilizzato come condimento per il tabacco Virginia o Burley per migliorare l’aroma delle sigarette.
- Kentucky: è il fratello gemello del Burley anche se assumono caratteristiche diverse in seguito al modo in cui vengono elaborati. Il Burley è lavorato in modo più soffice e arioso rispetto al Kentucky. Per questo il Kentucky raggiunge un alto contenuto di nicotina e un gusto caratteristico. Nella sua forma pura viene utilizzato solo da intenditori di fumo.
- Latakia: è una varietà di tabacco unica in tutti i sensi. Prodotto solo a Cipro, essiccato e affumicato sul fuoco con diverse qualità di legno ed erbe aromatiche che conferiscono a questo tabacco un ventaglio gustativo più ampio di ogni altro.
- Dark Air Cured: è una varietà di tabacco scuro e dal gusto intenso, coltivata principalmente negli Stati Uniti. Viene spesso utilizzato per la produzione di sigari e pipe.
- Brightleaf: è una varietà di tabacco chiaro dal gusto dolce e aromatico, coltivata soprattutto negli Stati Uniti. Viene spesso utilizzato per la produzione di sigarette.
Ci teniamo a precisare che queste sono solo alcune delle molte varietà di tabacco, ognuna con le proprie caratteristiche uniche. La scelta della varietà dipende dalle preferenze del produttore e dall’uso finale del tabacco.
