Il sigaro, quel cilindro di foglie di tabacco essiccate, fermentate e arrotolate, è una creazione artigianale millenaria che ha attraversato secoli di evoluzione, per poi diventare una delle più raffinate esperienze sensoriali. È un viaggio affascinante che parte dai suoi umili inizi fino ad arrivare ai giorni nostri. Questo articolo esplora la storia del sigaro in Italia, dalla sua nascita agli sviluppi più recenti, mettendo in risalto il contributo di Manifattura Mediterranea e di appassionati come Stefano Fanticelli.
La composizione del sigaro
Prima di addentrarci nella storia del sigaro in Italia, è essenziale comprendere la sua composizione. Un sigaro è costituito da tre elementi principali: tripa, capote e capa. La tripa, o ripieno, è composta da foglie di tabacco arrotolate a mano o a macchina. Queste foglie possono essere integrali o trinciate, a seconda della qualità del sigaro. Il capote, un’altra foglia di tabacco, avvolge la tripa e dà al sigaro la sua forma. Infine, la capa, sigillata con una goccia di resina vegetale, copre le altre due componenti. Il colore della capa, spesso associato alla forza del sigaro, è una convenzione che non incide sulla sua potenza, poiché questa è determinata dalla mescola di tabacco (ligada) proveniente da diverse parti della pianta di tabacco.
Le origini del sigaro
È probabile che le piante di tabacco siano state scoperte dai primi europei nell’isola di Santo Domingo, anche se la pianta cresceva in varie parti dell’arcipelago caraibico. In particolare, la reputazione dei sigari cubani si deve in gran parte al microclima unico della regione di Vuelta Abajo, nella provincia di Pinar del Río a Cuba. Qui, il tabacco di altissima qualità è coltivato e lavorato da esperti artigiani.
Rivoluzione ed emigrazione
I sigari cubani sono stati considerati i migliori per lungo tempo, grazie al tabacco coltivato nella regione di Vuelta Abajo a Cuba. Tuttavia, dopo la rivoluzione del 1959, molte manifatture di sigari furono nazionalizzate e molti esperti emigrarono in altri paesi, come la Repubblica Dominicana e l’Honduras. Questa migrazione ha contribuito a sviluppare l’industria del sigaro in queste regioni, che in precedenza avevano un ruolo marginale nella produzione di sigari.

L’Impatto della Velier sui Sigari Cubani in Italia
In Italia, la storia del sigaro ha subito una svolta negli anni 90 grazie all’interesse crescente per il rum e la cultura caraibica. La Velier, un’azienda specializzata nel rum, ha svolto un ruolo fondamentale nell’introduzione dei sigari cubani in Italia. La Velier ha collaborato con esperti di sigari italiani per organizzare degustazioni ed eventi dedicati ai sigari cubani.
Nonostante le difficoltà nell’importazione, la Velier ha lavorato duramente per raggiungere un accordo con il governo cubano e ha fondato la società Diadema per gestire la distribuzione dei sigari. La Velier divenne l’agente generale dei sigari cubani in Italia, portando una ventata di interesse per l’arte della fumata lenta nel paese.
Il Sigaro Toscano e il Club “Maledetto Toscano”
Parallelamente all’interesse per i sigari cubani, c’è stata una crescente attenzione per i sigari italiani, in particolare il Toscano. Il Toscano è un sigaro unico al mondo, originario della Val di Chiana in Italia. La coltivazione del tabacco Kentucky per il Toscano è iniziata nel 1876, e oggi i sigari Toscani sono considerati un’eccellenza del Made in Italy, esportata in tutto il mondo. Il Toscano ha vinto diversi premi internazionali, confermando la sua qualità e raffinatezza.
Il Futuro del Sigaro in Italia
Il sigaro Toscano continua a essere un’eccellenza italiana esportata in tutto il mondo, guadagnando riconoscimenti internazionali.
Nel lontano 1999, due amici, Roberto Fanticelli e Aroldo Marconi, hanno iniziato a plasmare con pazienza un piccolo ma solido punto di riferimento per gli amanti del sigaro. Hanno coinvolto otto pionieri amanti del buon vivere e custodiscono preziose edizioni limitate in un caveau speciale, celebrando la tradizione e l’evoluzione dei sigari italiani.
Oggi, il Club Maledetto Toscano ha stabilito partenariati internazionali e si impegna a promuovere il “Made in Italy” in tutto il mondo, attraverso esperienze di degustazione guidate dai suoi esperti.
Gli abbinamenti del sigaro
Gli abbinamenti tra sigari e bevande sono un tema complesso e personale. Molti appassionati di sigari preferiscono abbinare i sigari a distillati come il rum, il bourbon o il single malt scozzese, che si sposano bene con la fumata lenta dei sigari. Tuttavia, l’accostamento tra sigari e rum ha una tradizione radicata nei paesi caraibici, dove bere rum e fumare sigari è una pratica comune.
Il sigaro
La storia del sigaro in Italia è un racconto avvincente di tradizione e innovazione. Dalla nascita dei sigari cubani alla crescita dei sigari italiani come il Toscano, quest’arte secolare continua a prosperare, grazie all’impegno di appassionati e aziende come la Manifattura Mediterranea e la Velier. La fumata lenta è una celebrazione di gusti e profumi, una pratica che unisce il passato e il presente in un’esperienza senza tempo.
Mentre il mondo dei sigari continua a evolversi, le opportunità per scoprire nuovi abbinamenti e apprezzare i diversi aspetti di questa tradizione persistono, invitandoci a esplorare, sperimentare e godere appieno dell’arte del sigaro.

